Parco delle Orobie Valtellinesi
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Il Parco si sviluppa sul versante nord delle Alpi Orobie, che si estendono per circa 50 km, dal Monte Legnone al Passo dell’Aprica, interamente ricomprese nella Provincia di Sondrio.
Dal punto di vista geomorfologico, il territorio del Parco è molto complesso, caratterizzato da quattordici solchi vallivi, che confluiscono con andamento più o meno parallelo nella Valle dell’Adda.
Questo territorio, così tormentato dal punto di vista geomorfologico, è caratterizzato da una natura aspra e solitaria, che può ad un primo incontro intimorire; ma basta incamminarsi lungo uno dei numerosi sentieri del Parco per essere affascinati dalla bellezza del paesaggio e dalla ricchezza di vita. Ad un occhio attento e curioso non potrà di certo sfuggire lo spettacolo di colori e incontri offerti dalla natura di quest’area protetta: il viola smagliante di un piccolo fiore, il giallo dorato dei larici in autunno, l’azzurro intenso dei numerosi laghetti alpini, fino allo stupore per l’avvistamento di una piccola salamandra nera o l’emozione di un incontro con il re incontrastato delle vette, il maestoso stambecco.
Il paesaggio dominante è quello tipico alpino. Salendo dal fondovalle fino alle vette più elevate si ha l’occasione di incontrare una grande varietà di ambienti, caratterizzati ciascuno da una particolare componente vegetale e animale; questo fa sì che in un’area relativamente ristretta coesistano ecosistemi molto diversificati.
Il relativo isolamento ha permesso il mantenimento di un alto grado di naturalità, con una notevole ricchezza faunistica. La fauna del Parco ha il suo emblema nel gallo cedrone, che qui trova luoghi ancora adatti alla riproduzione; l’uccello schivo e prudente è il simbolo del Parco. Passeggiando sulle Orobie è possibile incontrare caprioli, cervi, camosci e stambecchi, animali tipici delle Alpi che qui trovano il loro habitat. I boschi di conifere così ben conservati sono scelti da animali molto esigenti come il picchio nero, le due specie di civette, la nana e il capogrosso. Alcune pareti rocciose ospitano i nidi dell’aquila reale, qui numerosa e facilmente avvistabile, mentre una delle prede favorite dal rapace, la marmotta, abita le praterie d’alta quota.
L’elevata biodiversità del suo territorio è testimoniata, tra l’altro, da specie endemiche quali la sanguisorba dodecandra e la viola comollia e da numerose specie di muschi e licheni, ritenuti estinti in Italia e che un recente studio ha rinvenuto nel Parco.
Quella che si è cercato di descrivere in poche righe è un’area protetta che merita di essere conosciuta a fondo in tutti i suoi aspetti, perché conoscere significa rispettare e conservare.
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